Packaging

PANETTONE DI QUARTIERE

Abbiamo scelto questo nome per rimarcare ulteriormente il significato di artigianale, dato l’uso improprio che spesso se ne fa. Per la limitata produzione e l’attenta lavorazione, ma anche per restituire un ruolo centrale alla bottega di quartiere.

uno sguardo all'interno

Per i nostri lievitati utilizziamo pochi ingredienti, sani e di ottima qualità, dalla provenienza certa e consapevole: farina di grano tenero italiano tipo 00 biologica, tuorlo d’uovo, burro di centrifuga, miele di montagna, sale, polpa di bacche di vaniglia e chiaramente il nostro lievito madre.

Non utilizziamo conservanti o additivi, il risultato e la durabilità sono affidati esclusivamente alla naturale attività della pasta madre.

tradizionale-aperto
Delivery-panettone-di-quartiere

uno sguardo all'esterno

Il packaging lo abbiamo ideato restando fedeli al concetto di quartiere e alla connessione bottega-individuo-ambiente.

Ogni facciata della scatola è caratterizzata da elementi geometrici che rimandano in modo figurato alle due zone principali della città, suddivise dal torrente. I tanti colori e la dinamicità rappresentano la multiculturalità dell’Oltretorrente, nonché la biodiversità a noi tanto a cuore.

Siamo quindi partiti dal significato di bottega di quartiere nel contesto urbano: riscoprire la bellezza che risiede nelle piccole cose, nel quotidiano, nei rapporti umani, nelle singolarità. La bellezza della vita reale, che possiamo toccare con mano vivendo il momento, se solo re-imparassimo ad osservare e apprezzare ciò che ci circonda. La bellezza che è propria della natura.

Per farlo ci siamo ispirati a grandi produttori di bellezza, percorrendo un viaggio di cento anni: dal futurismo di Fortunato Depero (inizi del 900) nel simbolismo e il carattere tipografico, alla fantasia, il gioco e il movimento di Bruno Munari (anni ’50-’60) fino al post-modernismo di Ettore Sottsass (anni ’80) per l’uso di geometrie e colori.

Siamo convinti che la bellezza sia importante. Una volta eravamo dei grandi creatori di bellezza, cosa che di recente si è un po’ persa a causa della “velocità” che ci impone lo sfrenato capitalismo e, forse, anche la rivoluzione digitale.

Dobbiamo sforzarci di concepire cose belle, qualunque sia il costo. Crediamo che i prodotti debbano essere sì buoni, ma anche belli da aggraziarci l’attimo di esistenza in cui li viviamo. La bellezza è strettamente collegata al prodotto e all’esperienza, non può essere un supplemento.

Questo per dire che: quando comprate il panettone di quartiere non comprate solo un buon panettone fatto con una metodologia artigianale e dalle ottime materie prime, ma comprate un’idea precisa, un progetto completo. Qualcosa che da immaginazione, studio e tanta cura diviene realtà.

Comprate la ricerca della bellezza. La bellezza è positività. E oggi abbiamo tanto bisogno di positività.